TERAMO – Credito alle imprese a passo di gambero nei primi nove mesi del 2011, a soffrire di più è il capoluogo teramano. Lo rivela un’indagine del Centro studi regionale della Cna. Mentre in tre province su quattro, nonostante le ristrettezze, il segno resta positivo, (Chieti +115); Pescara (+57); (L’Aquila +47), nella quarta, Teramo, si registra addirittura un decremento in valore assoluto di ben 58 milioni di euro. Tra i settori produttivi, spicca nell’analisi della Cna la performance compiuta dalle costruzioni (289 milioni di euro in più) ed industria (214), mentre servizi e famiglie produttrici hanno ottenuto aumenti più modesti (nell’ordine dei 113 e dei 68 milioni di euro rispettivamente). Nel settore dell’edilizia, in particolare, soprattutto per la presenza dell’enorme cantiere legato alla ricostruzione del cratere sismico, l’incremento percentuale è stato del 8,72% (contro una media nazionale del 4,59%), mentre industria e servizi hanno segnato valori
inferiori agli incrementi italiani. La scarsità di credito alle imprese fa il paio, nell’analisi
del Centro studi della Cna, con il forte livello di insolvenza che ancora caratterizza i rapporti tra banche e clienti e con la caduta dei depositi. Nello stesso periodo, infatti, l’incremento delle cosiddette "sofferenze" (ovvero i crediti divenuti ormai inesigibili dal parte degli istituti di credito verso la propria clientela in difficoltà) è stato di 364 milioni di euro; appena due milioni in meno dello stesso periodo del 2010 (366), ma molto oltre la soglia del 2009 (227). Tra le province, il maggior incremento in questo senso è stato registrato a Chieti (115 milioni di euro, con il 26,13%),
mentre le altre (Pescara, L’Aquila e Teramo) hanno realizzato incrementi più modesti.